Parasonnie

6-40% della popolazione presenta almeno un episodio di paralisi nel sonno

14-40%
dei bambini presenta sonnambulismo
100%
dei bambini ha almeno un risveglio confusionale

È probabile che tu sappia cosa siano le parasonnie, ma non le conosci.

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Le parasonnie sono manifestazioni spiacevoli ed indesiderate che si possono presentare sia nel sonno che nelle fasi di transizione tra veglia e sonno.

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Sono dovute ad un’anomala attivazione durante il sonno di sistemi fisiologici normalmente attivi nella fase di veglia.

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Benché generalmente si pensi alla veglia, al sonno Non REM e al sonno REM come a fasi distinte e separate, vi sono condizioni in cui parti del cervello manifestano uno stato di veglia mentre altre aree continuano ad essere in una fase del sonno.

3 risposte a 3 domande frequenti

A seconda della fase del sonno in cui compaiono, si distinguono le parasonnie della fase Non REM o disordini dell’arousal, che compaiono generalmente nelle prime ore del sonno e che prevalgono in età infantile, e le parasonnie della fase REM che invece sono presenti nella seconda parte della notte e sono più frequenti nelle persone sopra i 50 anni.

Le parasonnie della fase Non REM sono classificate, a seconda delle manifestazioni cliniche, in:

  • risvegli confusionali – molto frequenti soprattutto nei bimbi sotto i 5 anni che, pur rimanendo a letto, sono ad occhi aperti ma non sono in contatto con l’ambiente, alle domande possono rispondere ma in modo inappropriato, appaiono confusi. Possono durare da qualche secondo fino a 30 minuti;
  • sonnambulismo – più frequente al di sotto dei 16 anni, il soggetto, pur continuando a dormire, si alza dal letto ed ha dei comportamenti complessi automatici che lo possono portare anche ad uscire dalla stanza o dalla casa;
  • terrore nel sonno o Pavor Notturno – ci si alza sul letto con un’espressione di intensa paura, associata a tachicardia, tachipnea, pallore e sudorazione, espressione terrorizzata.

La parasonnie della fase Non REM sono generalmente manifestazioni benigne di cui non si ha ricordo la mattina al risveglio, hanno una predisposizione familiare, con la crescita tendono a scomparire e quindi non necessitano di trattamento. Deve essere rassicurata la famiglia e gli unici consigli utili sono quelli di attivare misure di sicurezza per evitare traumi durante gli episodi. Nello stesso soggetto possono coesistere più tipi di parasonnie.

Si distinguono varie manifestazioni cliniche:

  • Disturbo Comportamentale della fase REM (RBD) – si caratterizza per la presenza di manifestazioni motorie complesse, come urlare, tirare pugni e calci, durante un’attività onirica intensa della fase REM. Ancora nel sonno e non consapevoli delle loro azioni, i pazienti possono causare traumi a se stessi ed al partner.
  • Paralisi nel sonno – avvengono soprattutto nelle fasi di transizione dalla veglia al sonno e dal sonno alla veglia. Il soggetto vigile e lucido, è paralizzato ed incapace di effettuare qualsiasi movimento se non con gli occhi. Frequentemente si associano allucinazioni. Si risolve spontaneamente dopo circa 2 minuti e non ha conseguenze, se non l’intensa preoccupazione di chi la vive, soprattutto la prima volta. Circa il 40% delle persone ne hanno sofferto almeno una volta nella vita.
  • Incubi notturni – sono legati a sogni vividi della fase REM, spesso a contenuto negativo che possono svegliare il soggetto.

Anche le parasonnie della fase REM sono da considerarsi benigne, se si eccettuano i traumi che possono comportare per il paziente e per il partner di letto. E’ comunque dimostrato che i Disturbi Comportamentali della fase REM (RBD) possono precedere anche di 5-10 anni l’esordio di alcune malattie neurodegerative, come il Parkinson e la Demenza a corpi di Lewy.

Per avere tutte le risposte

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