Vamping: gli effetti dell’utilizzo notturno dei dispositivi elettronici sul sonno degli adolescenti

Secondo un’indagine effettuata sul territorio italiano, il 62 % degli adolescenti rimane alzato fino a tardi per chattare, parlare o giocare con gli amici e i partners, guardare video, serie TV in streaming o scrollando tra i feed delle reti sociali

Il vamping è un termine derivato dall’inglese “to vamp” (vampireggiare), utilizzato per indicare l’abitudine, diffusa in particolare tra gli adolescenti, di restare svegli fino a notte tarda, come vampiri, navigando in rete1.

Secondo un’indagine effettuata sul territorio italiano, il 62 % degli adolescenti rimane alzato fino a tardi per chattare, parlare o giocare con gli amici e i partners, guardare video, serie TV in streaming o scrollando tra i feed delle reti sociali, mentre il 15 % si sveglia sistematicamente, anche dopo essersi addormentato, per controllare le notifiche sullo smartphone (Osservatorio Nazionale Adolescenza, 2017).

Questi comportamenti si sono dimostrati impattare negativamente sulla qualità e sulla quantità del sonno, determinando sonnolenza e stanchezza mattutina, difficoltà di concentrazione e attenzione, con conseguente compromissione del rendimento scolastico (Owens et al., 2017), insorgenza di stati ansiosi e depressivi, labilità dell’umore e irritabilità (Short et al., 2016; Baum et al., 2014), scarso controllo degli impulsi e aumento di condotte pericolose che espongono i ragazzi a un maggior numero di incidenti e lesioni personali (Wheaton et al., 2016).

La deprivazione di sonno associata al tempo trascorso in rete rappresenta, inoltre, un fattore di rischio per lo sviluppo di obesità (Tambalis et al., 2018), diabete (Matthews et al., 2012) e ipertensione (Santos et al., 2021) in età giovanile, non soltanto per le cattive abitudini alimentari che introduce, ma in quanto condizione favorente l’infiammazione cronica di basso grado che sappiamo essere il minimo comune denominatore di queste patologie.

Ma in che modo navigare in Internet fino a tarda notte influisce sul sonno? Gli schermi retroilluminati di smartphone e tablet generano emissioni di luce blu che sopprimono la produzione di melatonina2, influenzando negativamente i ritmi circadiani (cicli sonno-veglia) (Christensen et al., 2016), allungando i periodi di latenza dell’insorgenza del sonno e diminuendone la durata (Hale et al., 2018).

C’è da chiedersi, tuttavia, se questo utilizzo sia la “causa” del cattivo sonno degli adolescenti o se, invece, rappresenti soltanto il campo di manifestazione di un disagio che, attraverso di esso, trova la sua attuazione (Calandrelli, Nicolini, 2022).

Detto altrimenti: è perché usano lo smartphone nelle ore notturne che i ragazzi non dormono, o non dormono e dunque usano lo smartphone? Giova ricordare che, durante lo sviluppo adolescenziale, i pattern di sonno cambiano, sia a causa delle modificazioni evolutive che si osservano nei sistemi omeostatici e di temporizzazione circadiana3, sia a causa di fattori psicosociali: la sorveglianza dei genitori sull’ora di andare a letto diminuisce, le richieste accademiche aumentano e le reti sociali si espandono.

Questa “tempesta perfetta” (Carskadon, 2011) rafforza sia la vigilanza notturna che l’insorgenza ritardata del sonno, favorendo l’impegno in altre attività. Ma non solo. Gli adolescenti possono essere spinti a trascorrere una maggiore quantità di tempo a navigare in rete nel tentativo di sentirsi socialmente connessi ed evitare di sperimentare sentimenti negativi associati al timore di “essere tagliati fuori” (Elhai et al., 2016)4, perdendosi notizie o aggiornamenti da parte dei gruppi social mentre dormono.

Sentimenti ansiosi e depressivi possono, inoltre, rappresentare gli antecedenti di questo utilizzo prolungato della rete (Tandon et al., 2020) che, per molti adolescenti, diviene un mezzo attraverso cui ricercare e sperimentare un senso di adeguatezza e competenza personale.

Quello che si viene, dunque, a creare è un circolo vizioso autoperpetrantesi, per cui una modificazione evolutiva dei modelli di sonno in adolescenza, associata ad uno stato emotivo negativo, porta a un uso, potremmo dire, “compensativo” della rete facilitato dalla portabilità dei dispositivi mobili i quali, agendo sulla produzione di melatonina, contribuiscono a interferire sul sonno, producendo una ulteriore alterazione dello stato emotivo.

Mentre la polisonnografia è impiegata utilmente per la diagnosi di alcuni disturbi del sonno, le cause di sonnolenza possono essere identificate con una storia dettagliata del sonno e un diario giornaliero.

Da un punto di vista terapeutico è, innanzitutto, raccomandabile una buona igiene del sonno, ad esempio evitando l’esposizione ai dispositivi elettronici almeno un’ora prima di coricarsi. Sono, altresì, consigliati integratori a base di melatonina o preparati fitoterapici inducenti il sonno, e interventi a carattere psicologico volti ad individuare e trattare la natura e le modalità dell’utilizzo prolungato della rete.

Alessandra Nicolini, Psicologa clinica, Specialista in Psicoterapia

Andrea Calandrelli, Medico-Chirurgo, Specialista in Medicina Interna

1 La parola comincia a comparire nei commenti degli utenti inglesi di Twitter a partire dal 2008. Fino al 2014 il termine viene usato dalle nuove generazioni con l’hashtag #vamping per incontrarsi la notte e rimanere svegli insieme, identificandosi in un popolo notturno. A luglio del 2014 esce un articolo di Laura M. Holson sul “New York Times” dal titolo “Social media’s vampires: the text by night”, July 6 2014, che lo descrive come una dipendenza patologica dovuta all’iperconnessione delle nuove generazioni (cfr. Accademia della Crusca).

2 La melatonina è un ormone derivato dalla serotonina attraverso la via biosintetica triptofano-serotonina nella ghiandola pineale in concentrazioni variabili in base all’input dei centri circadiani del cervello. La melatonina è coinvolta nella promozione del sonno, nella tempistica di altre funzioni circadiane, nella regolazione immunitaria e nella modulazione degli ormoni ipofisari e surrenali.

3 Durante la pubertà, il sistema di temporizzazione circadiana, regolato dalla melatonina, si sposta in avanti di due ore circa implicando un ritardo nella fase dell’addormentamento. Aumenta, inoltre, il fabbisogno di sonno che, rispetto agli adulti, è di circa 9 ore per notte. Questi cambiamenti, unitamente al fatto di alzarsi presto la mattina per andare a scuola, rendono la maggior parte dei ragazzi cronicamente privati del sonno.

4 Questo fenomeno è conosciuto in letteratura come FOMO, acronimo di Fear of Missing Out che, tradotto letteralmente, significa la paura di essere tagliati fuori.

Bibliografia

Baum KT, Desai A, Field J, Miller LE, Rausch J, Beebe DW. Sleep restriction worsens mood and emotion regulation in adolescents. J Child Psychol Psychiatry. 2014;55(2):180-90

Calandrelli A, Nicolini A. Dono e dolo: dal digital turn al tecnostress. Scienza&Filosofia, (2022)27, pp. 43-53

Carskadon MA. Sleep in adolescents: The perfect storm. Pediatric Clinics North America. 2011;58:637–647

Christensen MA, Bettencourt L, Kaye L, Moturu ST, Nguyen KT, Olgin JE, Pletcher MJ, Marcus GM. Direct measurements of smartphone screen-time: Relationships with demographics and sleep. PloS One, 11 (11) (2016), pp. 1-14

Elhai JD, Levine JC, Dvorak RD, Hall BJ. Fear of missing out, need for touch, anxiety and depression are related to problematic smartphone use. Computers in Human Behavior, 63 (2016), pp. 509-516

Hale L, Kirschen GW, LeBourgeois MK, Gradisar M, Garrison MM, Montgomery-Downs H, Kirschen H, McHale SM, Chang AM, Buxton OM. Youth screen media habits and sleep: Sleepfriendly screen behavior recommendations for clinicians, educators, and parents. Child and Adolescent Psychiatric Clinics of North America, 27 (2) (2018), pp. 229-245

Matthews KA, Dahl RE, Owens JF, Lee L, Hall M. Sleep duration and insulin resistance in healthy black and white adolescents. Sleep. 2012 Oct 1;35(10):1353-8

Owens JA, Weiss MR. Insufficient sleep in adolescents: causes and consequences. Minerva Pediatr. 2017 Aug;69(4):326-336

Santos ESGD, Souza OF. Evidence Of The Association Between Sleep Duration And Blood Pressure In Adolescents: A Systematic Review. Rev Paul Pediatr. 2021;39:e2019225

Short MA, Louca M. Sleep deprivation leads to mood deficits in healthy adolescents. Sleep Med. 2015 Aug;16(8):987-93

Tambalis KD, Panagiotakos DB, Psarra G, Sidossis LS. Insufficient Sleep Duration Is Associated With Dietary Habits, Screen Time, and Obesity in Children. J Clin Sleep Med. 2018 Oct 15;14(10):1689-1696

Tandon A, Kaur P, Dhir A, Mäntymäki M. Sleepless due to social media? Investigating problematic sleep due to social media and social media sleep hygiene. Computers in Human Behavior, Volume 113, 2020

Wheaton AG, Olsen EO, Miller GF, Croft JB. Sleep Duration and Injury-Related Risk Behaviors Among High School Students–United States, 2007-2013. MMWR Morb Mortal Wkly Rep. 2016 Apr 8;65(13):337-41

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